Maria Giovanna Dessì

Maria Giovanna Dessì

Maria Giovanna Dessì è una giornalista pubblicista e project manager. Lavora presso Associazione Casa Emmaus Impresa Sociale dove è la responsabile dell'ufficio comunicazione e progettazione. Esercita l'attività di libera professionista nel campo della formazione.
E' presidente e volontaria dell'Associazione Elda Mazzocchi Scarzella

URL sito web: https://mariagiovannadessi.it/

Ascoltare per Accogliere, Includere e fare la differenza

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Ho chiesto a Giammarco, educatore della cooperativa Le Api, se potesse raccontarmi delle esperienze positive di inserimenti lavorativi legati alle persone fragili. In queste risposte la sua idea, che vede nella qualità dei colloqui di presa in carico la strada principale da seguire.

1) Quali strumenti e metodologie utilizzi nel tuo lavoro quotidiano, volto a promuovere un inserimento lavorativo di successo, con i soggetti fragili?
Sicuramente inizialmente è molto importante trovare una sintonia a livello empatico con il ragazzo che verrà inserito, il passo successivo è la promozione della conoscenza di tutti gli strumenti di cui ha diritto: intendiamo accesso alle liste della legge n.68 del 1999 e di tutto l’iter che ne segue. Accompagnarli in questo percorso iniziale permette di lavorare anche sulla consapevolezza di quelle che sono le difficoltà che poi riscontreranno oggettivamente sul posto di lavoro, lavorandoci non come un limite, ma cercando punti di forza e strategie che siano alternative utili a possibili imprevisti lavorativi (che sono quelli che fanno andare in crisi anche noi normalmente durante le giornate di lavoro).
Non ultimo, ma davvero importante, il lavoro di rete e sinergico con un possibile tutor aziendale che affiancherà il ragazzo nel percorso lavorativo: come sappiamo non c’è una ricetta, ma come sempre il buon senso il modo migliore per farsi che il ragazzo aveva l’esperienza con parte integrante di un percorso di vita e che l’azienda Ospitante abbia un plusvalore importante.


2) Esistono delle tecniche, strumenti, metodi che potresti consigliare per effettuare un bilancio di competenze su soggetti fragili?
In questo caso la materia è molto complessa, perché dinanzi a noi possiamo avere dei ragazzi con difficoltà differenti. Ogni difficoltà porta un approccio completamente differente. In presenza di un ragazzo con quoziente intellettivo nella norma (se non al di sopra) l’approccio sarà differente rispetto a un ragazzo con lieve ritardo, ma con un’ottima manualità. Sono importanti a mio avviso i colloqui di presa in carico che sovente faccio nei progetti regionali come, per esempio, quello di Includis che nell’ultimo periodo è stato nuovamente stanziato dalla regione Sardegna. Seppur in poche ore di colloquio non si possano prevedere successi o insuccessi, questi permettono di avere un quadro seppur minimo di quelli che sono gli interessi, i punti di forza e quindi i punti di debolezza del ragazzo che si appresta ad un futuro inserimento lavorativo.


3) potresti raccontarmi una o più storie di successo? un inserimento lavorativo che ha funzionato e che potrebbe essere utile ad altre realtà?
Nel caso di un inserimento che non ha raggiunto i suoi obiettivi, invece, quali punti di debolezza hai riscontrato?
Portare degli esempi in maniera completa è una cosa importante però allo stesso tempo rischia a sminuire, ma ci proverò. Per mia fortuna gli ultimi progetti del programma Includis sono andati in maniera positiva nell’80%.

Vi porterò l’esempio di un ragazzo bravissimo, affetto da Asperger, che si è presentato a me come interessato alla lettura e quindi ad un lavoro in una biblioteca o in un archivio, essendo questa la sua più grande passione. Nei colloqui antecedenti all’inserimento sicuramente il ragazzo ha dimostrato di essere capace, seppur con una grave lacuna nella parte relazionale. Grazie ad una domanda mirata, che spesso faccio per capire quali sono gli interessi del ragazzo, scopro che aveva fatto di recente un corso BLSD di primo soccorso. La motivazione era stata un pensiero di attenzione e cura nei confronti dei nipoti, in caso di necessità avrebbe voluto potersi prendere cura di loro. Questo mi ha fatto riflettere e subito gli ho proposto di coltivare questa competenza, che in quel momento era solamente un’attenzione nei confronti dei nipoti, ma poteva diventare in un secondo momento un’opportunità lavorativa.

Quindi sono andato alla ricerca di un 118 che potesse accoglierlo nei sei mesi di inserimento lavorativo. Lavorando nel settore non è stato così complesso, ma trovare quello giusto era per me importante visto l’interesse del ragazzo.
Inizialmente ho dovuto lavorare tanto con lui, una squadra del 118 vive di relazioni, di momenti di confronto e di una buona pianificazione frutto del gioco di squadra, che molto spesso permette il buon esito del lavoro. In sinergia con l'associazione ospitante, che ha stimolato e messo alla prova quelle che erano le attitudini carenti del ragazzo, e lavorando con quest’ultimo su quanto fosse importante mettersi in gioco, abbiamo portato a casa un’esperienza tanto positiva che ora, quello che era un tirocinante, è diventato coordinatore della squadra e molto spesso effettua primi soccorsi soprattutto nelle ore notturne che sono quelle più delicate.

Naturalmente nel percorso di Includis abbiamo anche incontrato delle aziende che, dopo le prime settimane, hanno deciso di lasciare perché si sono trovate in grande difficoltà nonostante il nostro supporto. Avevano un’idea differente, più incentrata sulla clientela o sull’effettivo guadagno dell’azienda.
Questo per dire cosa? C’è bisogno a mio parere di aziende che investano sui nostri ragazzi fragili, ma per fare ciò queste vanno premiate se lo hanno già fatto o accompagnate in caso di prime esperienze, con una consulenza apposita e con degli incentivi perché no.

Accogliere è sicuramente è un impegno, ma per me chi lo fa dimostra e comunica di essere un'azienda di un livello superiore alle altre.

 

La Cooperativa Sociale LE API, fondata nel 2009, è nata dall’iniziativa di una madre determinata a creare servizi educativi per l'infanzia. Inizialmente composta da tre soci fondatori, la cooperativa ha rapidamente attratto altre persone che condividono la sua vision, raggiungendo oggi un totale di nove soci.
LE API si distingue per il suo approccio innovativo nel fornire servizi alla persona, superando il tradizionale modello assistenziale per generare un vero e proprio valore aggiunto per la comunità. La cooperativa crede fermamente nell'importanza di reinvestire i benefici delle proprie attività sul territorio, favorendo così lo sviluppo sociale ed economico locale.
Sin dai primi anni di attività, la cooperativa ha ampliato la sua offerta di servizi, iniziando nel 2010 con la gestione dei servizi educativi per la prima infanzia nel comune di Sant’Antioco e proseguendo con l’apertura della Sezione Primavera a Tratalias l’anno successivo. Da allora, LE API ha diversificato il suo operato includendo servizi come assistenza scolastica specialistica, ludoteche, colonie marine diurne e servizi di inclusione sociale. Nel 2014, ha avviato il servizio Baby Api, dedicato ai bambini dai 12 ai 36 mesi, confermando il suo impegno nell' ambito educativo.
Oltre all’aspetto educativo, la cooperativa ha dimostrato un forte impegno nel campo dell’inclusione socio-lavorativa delle persone fragili. Questo si riflette in progetti mirati, come INCLUDIS CARBONIA 2 (anni 2022-2023), che ha promosso percorsi di inserimento lavorativo per persone con disabilità. Il progetto, finanziato nell'ambito del Fondo Sociale Europeo, è volto a favorire la socializzazione e il reinserimento sociale attraverso percorsi di accompagnamento al lavoro. Tra il 2020 e il 2022, LE API ha guidato il progetto AD ASTRA - Itinerari di Inclusione Sociale, un'iniziativa regionale che ha supportato persone vulnerabili, inclusi i beneficiari del REIS (Reddito di Inclusione Sociale), e le loro famiglie. L'obiettivo era aiutare i destinatari progettuali a superare situazioni di povertà e disagio, in particolare in presenza di problematiche come l’abuso di sostanze alcoliche e la ludopatia. La cooperativa ha svolto un ruolo centrale, coordinando il partenariato e gestendo il Supporto Familiare, grazie alla sua consolidata esperienza nell’ambito socioeducativo.
Inoltre, tra il 2017 e il 2019, LE API ha partecipato al programma regionale Prendere il Volo, rivolto ai giovani che, al compimento della maggiore età, vengono dimessi da strutture residenziali per minori o da istituti penali. L'obiettivo del progetto era facilitare il loro percorso di inclusione sociale attraverso interventi di accompagnamento e sostegno. Oggi, la Cooperativa Sociale LE API continua a impegnarsi nella realizzazione di interventi socioeducativi e socio-assistenziali, con un’attenzione particolare verso le persone fragili e le famiglie in difficoltà socioeconomica, sempre con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e promuovere una maggiore inclusione sociale.

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La cura

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Da piccola voleva diventare archeologa, leggeva tantissimi libri e sognava di far parte di una spedizione in Egitto, alla ricerca di tesori nascosti ancora da scoprire. Ha capito di voler fare la farmacista a 19 anni.

"Dopo il diploma mi sono iscritta nella facoltà di Fisica, ma già dal primo semestre mi sono resa conto che non era la mia strada. La scelta di diventare farmacista è stata influenzata dalla famiglia del mio attuale marito, che possedeva una farmacia di famiglia. Una sera ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti: "Perché non ci iscriviamo all'università e prendiamo la laurea in Farmacia?" E così abbiamo fatto. Ci siamo laureati insieme e, dopo 11 anni di lavoro in sedi diverse, ora lavoriamo nelle nostre Parafarmacie."

Pamela si è da subito impegnata nel sensibilizzare le persone nell'importanza della prevenzione, ricordando alle donne di fare i controlli al seno, le visite ginecologiche e di monitorare i nei periodicamente. Una diagnosi precoce, racconta, salva la vita.

Sua nonna è morta di tumore al seno. "Non aveva comunicato nulla a noi, ignorava i sintomi. Quando ha avuto il coraggio di parlarne, ormai era troppo tardi".
La malattia per Pamela è stata un fulmine a ciel sereno. Lavorando in farmacia, ha avuto tantissimi pazienti con la stessa diagnosi. Li ha sempre supportati, capendo quanto per loro fosse un momento difficile da affrontare, pieno di sofferenza per tutta la famiglia.

 "Quando mi è stata data la notizia, non ho avuto neanche il tempo di pensare, ma solo di agire. Sapevo che la battaglia sarebbe stata tosta, ma i pazienti che ho incontrato in 12 anni di lavoro mi hanno preparato molto bene."

Da quel triste giorno però qualcosa è cambiato. Da allora, quando le persone entrano in parafarmacia, non vedono più Pamela solo come la farmacista dietro il bancone. C'è qualcosa in più nel suo sguardo, che racconta di una solidarietà profonda e di un'empatia speciale, che cura. Le persone sanno che lei capisce cosa stanno affrontando. A lei raccontano le loro storie e lei racconta la sua, andando oltre la semplice erogazione di un servizio.

Pamela continua a promuovere ogni giorno l'importanza della prevenzione, supportando le donne nel fare i controlli costanti. Donne che hanno trovato in lei un vero tesoro, ancora più prezioso di quello che lei sognava di scoprire in Egitto.

 

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Il progetto ASSI In Evidenza

Il progetto ASSI

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Il progetto ASSI, ideato e coordinato da CONCORD, mira a valorizzare i contributi dei territori nella diffusione della cultura della sostenibilità, in particolare attraverso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Il progetto, della durata di un anno, coinvolge attivamente cinque regioni italiane – Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna e Sardegna – regioni scelte perché rappresentative delle diverse realtà italiane (nord, centro, sud e isole). Per la coordinatrice del progetto Paola Berbeglia il senso di strutture di coordinamento come Concord Italia è di dare rilevanza a quanto succede nei territori, rileggendolo in una cornice comune. Interloquire con le istituzioni nazionali porta a dare valore a quanto fatto localmente. L’unione fa ancora la forza.

Con grande felicità, le attività previste per la Sardegna si sono svolte a Domusnovas. Nello specifico, mi sono occupata di portare avanti l'attività all’interno delle scuole, attraverso la realizzazione di un laboratorio di Educazione alla Cittadinanza Globale e Sostenibilità. Con me gli sportagents, i 10 giovani adolescenti protagonisti del progetto #sportpower e impegnati in un percorso formativo per diventare nuovi tutor di comunità e agenti di cambiamento. Potevano non esserci anche in questo nuovo progetto?

Le attività a scuola si sono svolte ad aprile e hanno coinvolto gli alunni della classe 4C del plesso di Via Monti dell'Istituto Comprensivo F.Meloni di Domusnovas e le insegnanti Muntoni Alessandra e Allori Alessandra. I laboratori sono stati organizzati tenendo conto delle linee guida del progetto e hanno visto i bambini lavorare in gruppo in tutte le attività.

Nel primo incontro abbiamo giocato insieme per conoscerci e "rompere il ghiaccio". Attraverso un brainstorming, abbiamo provato a elencare delle parole che potessero descrivere la cittadinanza attiva e globale e insieme abbiamo trovato una definizione. Gli alunni divisi in due gruppi hanno poi lavorato nell'ideazione di due città, disegnandole e spiegando i motivi che le rendevano "sostenibili" e "globali".  Ogni gruppo, coordinato da un sindaco eletto per maggioranza, ha poi redatto un programma settimanale di accoglienza per i visitatori delle città, mettendo in luce le attività più "innovative". A seguito di questi incontri in classe, grazie al supporto della guida Paolo Soletta, di Fiorenzo Casti e Roberta Cadoni del "Consorzio Natura Viva Sardegna", abbiamo organizzato due lezioni di storia e geografia all'aria aperta, in uno dei nostri luoghi del "cuore" del paese: il nuraghe "Sa Domu De S'Orcu".

Fare lezione all'aria aperta è stato davvero bello e defaticante, soprattutto per gli alunni, felici e entusiasti di imparare circondati da tanta bellezza e tante pecorelle. In queste lezioni, seduti nei prati, abbiamo osservato, disegnato e scoperto tante curiosità sul sito archeologico e sull'ambiente circostante.

Dichiarano le maestre Muntoni e Allori: "La classe 4C ha partecipato con grande entusiasmo al progetto "Assi". Gli alunni hanno avuto l'opportunità di sperimentare e di essere protagonisti come cittadini attivi del futuro, rispettando le linee guida interdisciplinari presenti nella programmazione didattica annuale, che include gli obiettivi dell'Agenda 2030. Desideriamo ringraziare la dirigente scolastica Marta Putzulu e l'associazione Elda Mazzocchi per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto."

Gli apprendimenti di questi incontri verranno raccontati dai bambini stessi, mercoledì 24 aprile, ai compagni di un'altra classe 4, del plesso di Via Cagliari. Ma non solo. Il 7 maggio andrò con gli sportagents a Roma, dove si svolgerà l'evento finale del progetto, per raccontare anche ai protagonisti delle altre regioni quanto svolto in Sardegna. 

Da questa attività abbiamo capito quanto i bambini siano sensibili alle tematiche ambientali, quanto siano precisi e attenti nel portare a termine un compito. Nelle città da loro inventate "Gratislandia", dove non servono i soldi e dove i parchi per giocare sono tanti quante le case e "Il mondo dei sogni", dove i cittadini si alternano per pulire gli spazi e tutto si ricicla, c'è tanto da imparare e su cui riflettere.

Un ringraziamento alle maestre per il supporto e alla dirigente scolastica prof.Marta Putzulu, sempre disponibile ad accogliere i progetti esterni proposti dall'associazione Elda Mazzocchi Scarzella.

Oltre ai laboratori nelle scuole, il progetto ASSI in Sardegna prevede altre attività, tra le quali un osservatorio, che come ci racconta Aldo Dessì, vice presidente Arci Sud Sardegna, rappresenta una grande opportunità per censire e promuovere tutte le iniziative dedicate alla promozione dell'Agenda 2030 portate avanti in Sardegna e una ricerca. Su questo Monica Sabeddu, responsabile dell'attività racconta: "è evidente che anche tra i cittadini sardi si è rafforzata la consapevolezza rispetto ai temi ambientali e dell'inclusione sociale. Sorprende anche la quantità di stakeholders che hanno posto tali obiettivi tra le priorità della loro azione".

ASSI, un progetto di Concord Italia, parte della Confederazione europea che rappresenta 2600 ONG e associazioni della società civile in abito di cooperazione allo sviluppo umanitario è l'acronimo di Azioni per lo Sviluppo Sostenibile integrate. Realizzato nell’ambito dell’Avviso pubblico per proposte di iniziative a supporto dell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – Vettore “Cultura della Sostenibilità” (SNSVS3) è finanziato dal MASE (Ministero per l’Ambiente e della Sicurezza Energetica).

 

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Il salto

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Da piccola sognava di fare la parrucchiera, ma poi negli anni è nata in lei  la voglia di viaggiare e l’amore per l’ascolto, la comprensione e il supporto al prossimo. L'unione di queste due passioni ha dato vita alla professionista che oggi vi presento.

Priscilla, dopo il diploma come ragioniera, si è iscritta all'università per studiare psicologia. Nel frattempo ha fatto diversi lavori e esperienze. Call center, operatrice di ludoteca, operatrice psico-educativa nei servizi territoriali, tutor psico-didattica, gelataia e una parentesi da cameriera, dove racconta: “ho potuto farmi dei muscoli importanti (veri e metaforici) e scoprire quel tipo di vita. Lavoravo dal lunedì al sabato e la domenica ricevevo i miei pazienti in studio. Sono stati anni tosti ma che sono stati necessari a fare domanda di passaporto e spiccare il volo”

Tra le sue passioni, comprendere gli altri, è stata sempre quella prevalente: dai pensieri, alle culture di un luogo, alle spezie, alle usanze. 

Abilità questa che faceva parte di lei già da piccola, racconta infatti:" anche quando studiavo letteratura mi soffermavo e mi appassionavo a comprendere il modo di pensare di un autore e così all’interrogazione andavo a braccio."

Priscilla ha sempre sognato di girare il mondo, ma è forte in lei la consapevolezza di quanto ha potuto darle la Sardegna, nel bene e nel male. Si definisce una sarda fino al midollo e per quanto la sua curiosità continuerà a portarla fuori, conclude: "avrò sempre uno spazio nel cuore per la mia terra.  Vivere nel mio paese mi ha fatto sperimentare la cura, usanze antiche e profumi speciali. D'altra parte ho anche capito cosa significhi avere un occhio sempre addosso. Sensazione che ricorda molto la dinamica del palcoscenico, dove c’è sempre qualcuno che ci osserva. “

Priscilla oggi, dopo un mese a Bali, in Indonesia, si trova in Australia e lavora come psicologa online. I suoi clienti vengono da diverse parti della Sardegna e dell'Italia. 

Quando le chiedo quale sarà la prossima meta mi risponde così: "Per i prossimi sei mesi sarò qui. Però sicuramente vorrei approfittare di avere il Giappone, che è così relativamente vicino, la Thailandia, il Vietnam. E nel mentre l'Europa sta già sussurrando! La Scozia e l'Irlanda mi chiamano da tanto e ancora non ci sono mai stata."

Per Priscilla non è stato semplice fare il salto verso l'altra parte dal mondo, ma in fondo, nonostante la distanza, le ha permesso di realizzare entrambi i suoi sogni.

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