La bellezza dei dimenticati

Arianna Di Romano, originaria di Domusnovas, vive a Gangi, piccolo borgo della Sicilia.

Ha sempre amato la fotografia, fin da adolescente, quando si cimentava con la macchina fotografica regalata dal padre a ritrarre e incorniciare la famiglia nei suoi momenti di più intensa convivialità.

Tra i suoi primi scatti, un pranzo in famiglia del 1978 e il giuramento del fratello in Toscana. Aveva 12 anni e una polaroid.

Un ruolo importante nella sua formazione, non solo fotografica, l'ha avuto il padre. “Quando i Rom venivano da noi in officina per acquistare delle auto mio padre mi chiamava sempre, mi chiedeva di portare i giochi e di condividerli con i bambini dei suoi clienti, per me era naturale”.

Un'attitudine e inclinazione verso il prossimo che ha permesso ad Arianna di visitare in diverse parti del mondo le comunità più povere e diseredate e di trascorrere con loro intere giornate, alla ricerca dello scatto che potesse raccontare meglio l'essenza di quelle persone.

“Le persone più fortunate, amate, apprezzate sono già raccontate, preferisco soffermarmi su coloro che vengono definiti “diversi”, esplorare la loro spiritualità, la loro speranza.”

La sua prima mostra è stata allestita a Cagliari, all'Exmà e raccontava i suoi sei mesi trascorsi in Asia. Da quel giorno sono tanti i viaggi e le mostre che hanno visto le sue foto protagoniste, tanto da essere definita da alcuni la nuova Dorothea Lange della fotografia.

Tra i suoi soggetti preferiti i bambini e gli anziani. “I più fragili - afferma Arianna- , coloro che non possono scegliere e che in qualche modo dipendono dagli altri”.

Viaggi al contrario, verso le periferie. Sono queste le mete preferite di Arianna, luoghi dove lei sceglie di soggiornare e condividere, quando le viene concesso, ogni istante della quotidianità di queste comunità a i margini della società. Cambogia, Vietnam, Thailandia, Laos, Malaysia, Giappone, Serbia, Bosnia, Polonia, Romania sono alcuni dei Paesi che lei ha raccontato con la sua fotografia sociale, di denuncia.

I suoi scatti sono promossi e esposti grazie al supporto di un curatore, ma è lei che sceglie i luoghi e le comunità da visitare, i suoi non sono scatti commissionati. Una libertà che lei definisce fondamentale per cogliere la bellezza dentro ogni sguardo.

E mentre le sue foto attendono di essere esposte a San Paolo in Brasile e a Copenaghen, al Festival della fotografia, tra i suoi prossimi progetti c'è un viaggio nelle navi Cargo e un altro nei treni che portano verso la Mongolia. Oltre a questo c'è anche una promessa: una mostra a Domusnovas.

 

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Aprile 2021 22:31
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